Un Anji Bai Cha d’alta montagna

Come alcuni di voi sapranno il termine cinese  Bai Cha significa tè bianco, ma quando parliamo del “Tè bianco di Anji” ci riferiamo ad un celebre tè verde dello Zhejiang. La cultivar da cui deriva (Bai Ye Yi Hao) produce foglie albine, soprattutto se coltivata in alta montagna.

Questo Anji Bai Cha proviene da un coltivatore della contea di Anji (Huzhou, Zhejiang).
In particolare da un’area montuosa chiamata Tianhuangping situata ad un’altitudine di oltre 1000 metri s.l.m.
A causa del clima più freddo le foglie di tè crescono più lentamente e di conseguenza il primo raccolto inizia intorno al 10 Aprile e prosegue fino alla fine del mese. Quindi più tardi rispetto ai tè coltivati ad un’altitudine più bassa.

Se paragoniamo le sue foglie, a quelle prodotte dalla medesima cultivar in un giardino situato ad un’altitudine inferiore, notiamo che sono decisamente più chiare ed hanno un aroma più persistente. Inoltre il tè di quest’area è biologico, in quanto l’ambiente favorisce tale metodo di coltivazione.

La degustazione

Ho infuso questo tè verde usando 2,5 grammi in una gaiwan da 60 ml ad una temperatura di 80°C.
Ho ottenuto 5 infusioni, rispettivamente della durata di 35s, 35s, 40s, 45s, 60s.

Le foglie secche hanno una fragranza molto dolce con note che ricordano il fieno ancora verde e la castagna bollita. Quest’ultimo sentore è quello che più si avvicina a descrivere l’inconfondibile profumo dei tè verdi albini della contea di Anji.

Nella prima infusione ho riscontrato oltre alle precedenti note, anche una delicata fragranza floreale che mi ha piacevolmente sorpreso… Raffreddandosi sono emersi sentori freschi e leggermente erbacei conferendo alle foglie il profumo della Primavera.
Ho trovato il gusto del liquore abbasanza complesso, a tratti quasi sapido con un retrogusto dolce dall’aroma tipico dei tè albini della zona.

Nella seconda infusone al naso è venuta meno la nota floreale, virando per un istante su un sentore di frutta matura, per poi tornare a ricordare la castagna bollita.

Nella terza infusione dalle foglie sono emersi sentori di erba dolce, mentre in quella successiva una piacevole nota minerale che si è riflessa nel liquore conferendogli un sapore umami delicato.
Infine nella quarta infusione è tornata la fragranza floreale, che questa volta riesco ad associare più chiaramente a degli specifici fiori, ovvero quelli della camomilla.