Il tè viola. Che cosa è, da dove proviene ed i suoi presunti benefici

di Peter N. Jones – professionista che lavora con il tè da 15 anni. Cura gli acquisti e la carta del tè per Trident Booksellers & Café, un bar riconosciuto a livello internazionale che ha sede a Boulder in Colorado. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Psicologia e scrive regolarmente di tè, tiene degustazioni e viaggia in giro per il mondo alla ricerca di nuove qualità di tè e caffè.

Il “tè viola” è un mistero della natura. Nella provincia cinese dello Yunnan, piante di tè dal colore viola sono state coltivate, raccolte e trasformate in tè per centinaia di anni. Recentemente, in Kenia, i ricercatori del “KARLO Tea Research Institute” si sono occupati di sviluppare un tè clonale1 che producesse un’alta quantità di antocianine, in modo da avere foglie di Camellia dal colore viola, proprio come quelle trovate nello Yunnan. Il nome tecnico di questo clone è “TRFK 306/1”, ed è stato recentemente introdotto sul mercato con lo scopo di risollevare l’interesse per questo tè.

Ma cosa è il tè viola? E’ un tè clonale prodotto nel Kenia o un tè selvatico coltivato nello Yunnan? In teoria, la risposta è “entrambe”, come è ampiamente discusso in letteratura. Banalmente, un “tè viola” è il risultato di foglie di tè contenenti alte quantità di antocianine, una sottoclasse di composti dei flavonoidi2. Il termine viene dal greco: anthos (fiore) e kyanos (blu). Infatti, ogni pianta che mostra colore blu, rosso o viola contiene antocianine, e così anche le foglie di questo tè. In realtà, in tutti i tè viene prodotta una piccola quantità di antocianine ma solo l’1% circa di tutte le foglie ne produce una quantità più elevata. In origine, le foglie viola venivano mischiate alle altre (non viola) durante la raccolta ma solo recentemente si è iniziato ad isolarle per produrne un tè specifico.

Al momento, ciò che si trova sul mercato è il risultato del lavoro del KALRO, ovvero la varietà’ clonata, ma essa è prodotta con la Camellia sinensis assamica, che è la stessa varietà che si trova anche nello Yunnan e che mostra foglie naturalmente di colore viola.

Seguiranno a questo post, altri articoli che si occuperanno dettagliatamente della storia dietro questo “nuovo ma vecchio” tè e ne discuteranno l’aspetto chimico nonché i benefici per la salute. In ogni caso tutto si risolve nel vostro palato, ovvero se per voi questo tè è delizioso o meno; io ne ho bevuti molti eccellenti ed alcuni non interessanti. Solo il tempo può dire se il mercato saprà reagire positivamente a questa novità ma nel frattempo provatelo e decidete per voi stessi.

Note:
1 – per tè clonale si intende una pianta che non è stata ottenuta dal seme ma per “riproduzione clonale”, che può essere, ad esempio, tramite talea. In questo modo, la pianta che ne risulta è geneticamente uguale a quella di partenza. Questo sistema è molto usato dagli agronomi per riprodurre in modo selettivo una pianta con determinate caratteristiche. A volte e anche più comunemente, per “tè clonale” si intende anche un tè prodotto da un singolo cultivar.

2 – i flavonoidi sono una grande classe di composti prodotti per lo più dal regno vegetale. Essi si distinguono per la loro struttura chimica e posseggono spiccata attività antiossidante. Le antocianine sono una sottoclasse di flavonoidi.